Alcune tra le maggiori società scientifiche e sanitarie si sono riunite in un vero e proprio network di informazione, approfondimento e proposizione per contribuire a dare coerenza a tutto l’impianto della rivoluzione digitale in sanità previsto con il PNRR
Diciotto Società scientifiche e Associazioni professionali in un unico ecosistema formativo e informativo dedicato alla digitalizzazione della Sanità. È stata infatti presentata nei giorni scorsi a Roma la piattaforma ecosistematelemedicina.it, frutto di un lavoro assiduo e continuo avviato quasi un anno fa dai responsabili per la Sanità digitale e Telemedicina di: AIOM, AIPO, AIUC, AiSDeT, AMD, Inge.San. SIE, SIUEC, SINefrologia, SIN, SID, SIFO, SIR, SIDMI, SIMFER , con l’obiettivo di avviare con il mondo sanitario e con le istituzioni nazionali e regionali, coinvolte nell’attuazione della digitalizzazione della Sanità, un dialogo quanto più efficace possibile e proposte quanto più appropriate. Obiettivo di fondo dell’iniziativa, tenuta a battesimo anche da Annamaria Parente, Commissione Sanità del Senato e Andrea Costa, Esperto di strategia di attuazione del PNRR al Ministero della Salute, è di mettere a sistema soluzioni che possano sostenere il SSN nel suo processo di riorganizzazione dei servizi assistenziali e dei processi di cura nel territorio.
Con ecosistematelemedicina.it si vuole offrire un portale di riferimento per la comunità scientifica e sanitaria nazionale per quanto concerne lo stato dei lavori, le best practices, le informazioni normative sulla progettazione delle soluzioni dei sistemi, sulle loro caratteristiche tecnologiche e di valore rispetto al processo e ai bisogni, sulla formazione in telemedicina e più ampiamente sull’innovazione digitale in sanità”.
Proposta che intende coinvolgere il maggior numero possibile di professionisti sanitari e specialisti, che sono e saranno coloro i quali, di fatto, useranno le soluzioni di Telemedicina nella propria azione assistenziale quotidiana, offrendo loro la possibilità di ritrovarsi in un luogo di riferimento certificato, dove potranno trovare informazioni e soddisfare quesiti ma anche partecipare ad un network organico e composito che comprende non solo medici ma anche professionisti dei settori ICT, amministrativo e gestionale, sociosanitario e rappresentanti delle associazioni dei pazienti.
La piattaforma
Un anno e mezzo fa, è stato creato un coordinamento con alcune tra maggiori società scientifiche e sanitarie per accompagnare la realizzazione della Missione 6 del PNRR, legata all’evoluzione dei sistemi informativi della sanità e alla telemedicina.
Questo perché già nei DM relativi all’attuazione della Missione 6 editati l’anno scorso dal Ministero del Salute, alcune parti dell’architettura richiedono direttamente il coinvolgimento dei rappresentanti sanitari per validare obiettivi, finalità assistenziali e caratteristiche coerenti con gli obiettivi delle tecnologie (vedi ad esempio gli ambienti di tele-monitoraggio) ed insieme validare ambienti come la televisita, rispetto alle esigenze di ogni specializzazione, e anche di proporre le best practice, realizzate negli anni scorsi come riferimento.
Si tratta di un’azione molto articolata volta a rendere i medici e le professioni sanitarie coprotagoniste di un percorso di innovazione per garantire il successo nell’adozione di nuovi modelli organizzativi nei processi di cura e di assistenza dettati dall’impatto dell’innovazione.
Queste considerazioni sono state alla base del documento che è stato presentato in maniera unitaria al Ministero della Salute lo scorso mese di maggio, in cui le Società scientifiche e sanitarie hanno proposto il loro percorso di affiancamento per la realizzazione dell’innovazione attraverso le seguenti azioni:
a) un dialogo continuo e propositivo con le istituzioni e per la progettazione dei PDDTA (Percorsi Digitali Diagnostico – Terapeutici);
b) attività di formazione finalizzata alla capacità di progettare in modo comune con gli altri attori coinvolti nella realizzazione di processi innovativi in sanità, pubblici e privati, ambienti strutturati, coerenti con la normativa e appropriati negli obiettivi assistenziali e clinici di telemedicina;
c) attività di ricerca scientifica per validare e non solo i risultati di efficacia delle soluzioni di telemedicina e anche di verificarne la sostenibilità e l’impatto sui processi organizzativi e amministrativi;
d) monitoraggio dell’innovazione, anche mappando le best practice realizzate nelle diverse regioni.