Carlo Zerbino, Direttore generale AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri, Ente del Terzo Settore) è da oltre un decennio impegnato nella promozione della telemedicina nell’ambito della Pneumologia e dell’assistenza dei pazienti affetti da patologie respiratorie .
“Un decennio – dice Zerbino – caratterizzato da una lunga fase sperimentale indirizzata al monitoraggio dei pazienti con disturbi respiratori del sonno e per la ventilazione meccanica domiciliare. Un’esperienza diffusa in Italia a macchia di leopardo, promossa dagli associati AIPO, perché la telemedicina non era ancor vista come strumento strategico di sostengo ai processi di continuità assistenziale. Situazione che, di certo, è cambiata per far fronte all’emergenza COVID, che ha accresciuto la sensibilità verso l’utilizzo delle soluzioni di digital health e oggi per gli obiettivi previsti dalla Missione 6 del PNRR, che ha decisamente accelerato l’attenzione alla progettazione sistemica dell’ecosistema digitale della sanità.
La nostra richiesta, come AIPO, ora, è duplice, da una parte quella di continuare a lavorare per costruire soluzioni e sistemi integrati e interoperabili ed evitare che, quanto è stato fatto, vada perso, perché renderebbe nulli anni di esperienza e di formazione sul campo, che è comunque stata svolta dagli specialisti pneumologi che hanno acquisito specifiche competenze digitali.
Oggi, l’attenzione si sta concentrando sulla progettazione dei PDTA digitali e in questo senso abbiamo aperto un tavolo di confronto con AGENAS e stiamo focalizzando la nostra attenzione sul miglioramento dei processi di telemonitoraggio con l’obiettivo di prevenire la riacutizzazione della Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) , con l’utilizzo di device specifici che utilizzano IA e dispositivi come il pulsossimetro. L’obiettivo di questo progetto – conclude Zerbino – è quello di validare le tecnologie e anche di produrre contemporaneamente un modello di impatto sui processi organizzativi e sui costi per verificare la sostenibilità delle soluzioni di telemedicina nel contesto pneumologico individuato, a fronte già delle evidenze empiriche raccolte dalle sperimentazioni condotte negli anni precedenti”.